La nebbia: come e perchè si forma
.. come sta solo un uomo nella nebbia,
perche nun pò parlà manco cor cielo… (F. Califano
La nebbia è tra i fenomeni meterologici che caratterizzano il tempo autunnale, forse il primo che viene in mente quando si pensa a questa stagione. Purtroppo concausa di gravi incidenti stradali, la sua corretta previsione è molto importante, soprattutto per le implicazioni che ha nei trasporti aerei e terrestri. La nebbia non è altro che una nube che si forma negli strati bassi dell’atmosfera; si parla più propriamente di nebbia quando la visibilità è inferiore ad 1km, negli altri casi la riduzione di visibilità prende il nome di foschia. Cerchiamo di capire come e perchè si forma.
L’umidità dell’aria. Ogni massa d’aria contiene dell’acqua in forma di vapore, introdotta dall’evaporazione delle masse d’acqua terrestri quali oceani, mari, fiumi e laghi. La massa d’aria non può contenere qualsiasi quantità di vapore, ma solo una quantità massima, dipendente principalmente dalla temperatura della massa d’aria stessa; più la massa d’aria è calda e maggiore è la quantità di vapore che essa è in grado di immagazzinare. Quando viene raggiunta questa soglia massima si dice che la massa d’aria ha raggiunto la saturazione. Tengo a precisare che il vapore acqueo è invisibile, pertanto finchè la saturazione non viene raggiunta, la massa d’aria tende ad apparire pressochè “trasparente”. Quando viene raggiunta la saturazione, l’eventuale vapore acqueo presente in eccesso tende a trasformarsi in acqua liquida (ora visibile), formando quindi le foschie e le nebbie.
I tipi di nebbia. Da quanto detto fino ad ora, quindi, il principale meccanismo della formazione di nebbie vede una massa d’aria più o meno umida e calda, raffreddarsi fino a raggiungere il punto di saturazione. A seconda delle cause che portano al raffreddamento, si possono identificare diversi tipologie di nebbia.
- Nebbia da irraggiamento. E’ tipica delle situazioni di alta pressione autunnali, quando il ricircolo di aria nei bassi strati viene sfavorito. L’aria che permane nei pressi del suolo tende ad invecchiare, arricchendosi di vapore (e purtroppo anche di inquinanti). Le condizioni di cielo sereno che accompagnano le situazioni di alta pressione favoriscono l’irraggiamento notturno, cioè la perdita di energia da parte del suolo verso lo spazio. Questo provoca un raffreddamento del suolo, raffreddamento poi trasmesso alla porzione di atmosfera a più bassa quota, a diretto contatto con il suolo stesso. Dopo alcuni giorni di alta pressione, l’aria può arricchirsi di umidità a tal punto che il raffreddamento notturno può portarla alla saturazione, con la conseguente formazione di foschie o di banchi di nebbia. Queste nebbie sono tipiche delle pianure e delle vallate interne, proprio perchè i microclimi che si instaurano in queste conche possono formare delle sorte di laghi di aria fredda nei bassi strati.
- Nebbia da avvezione. Come dice la parola stessa avvezione, queste nebbie, a differenza delle precedenti, presuppongono una massa d’aria in movimento. L’aria in movimento, che possiede una sua umidità, può raggiungere delle zone in cui la temperatura del suolo è più fredda, e questo raffreddamento può portare alla saturazione e alla formazione di nebbia. Tipico il caso in cui la massa d’aria si sposta prima al di sopra di una superficie calda ed umida (tipo il mare nella stagione autunnale), che tende, oltre che a riscaldarla, anche a pompare umidità all’interno della massa d’aria stessa. Quando l’aria raggiunge la terraferma trova sicuramente temperature più basse, soprattutto nelle ore notturne, e se le quantità di vapore in gioco sono elevate il raffreddamento può portare alla saturazione e alla formazione di nebbia. Queste tipologie di nebbie sono frequenti anche dopo il passaggio di un sistema frontale caldo.
Previsione e misurazione delle nebbie. I fenomeni nebbiosi non sono sempre di facile previsione, in quanto, come si è appena visto, la loro formazione può dipendere da condizioni microclimatiche locali (non a caso in alcune occasioni la nebbia si presenta in banchi di limitata estensione spaziale). Le principali variabili meteorologiche che concorrono alla descrizione del fenomeno sono la temperatura e l’umidità, quest’ultima espressa solitamente in termini di “temperatura di rugiada”. La temperatura di rugiada rappresenta la temperatura fino a cui devo abbassare la massa d’aria affinchè venga raggiunta la saturazione. Quando il valore di temperatura prevista si porta nei pressi della temperatura di rugiada, la formazione della nebbia diventa probabile. Infine, per quanto riguarda la misurazione diretta della visibilità atmosferica, il principale strumento risulta essere il trasmissometro; presente soprattutto negli aeroporti, è uno strumento di concezione piuttosto intuitiva. E formato da una sorgente che emette un fascio di luce di intensità nota verso un ricevitore; valutando la percentuale di radiazione persa si può risalire al valore di visibilità presente al momento e quindi alle eventuali condizioni di nebbia o foschia.
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